Piste aperte, la confusione e la conquista dell’ok in Emilia Romagna

Marco Gualdani – 13 maggio 2020

L’interpretazione di una non chiara ordinanza della Regione ha spaccato in due il territorio, fino all’ufficializzazione della ripartenza agli allenamenti grazie all’insistenza del presidente del Co.Re Luigi Battoglia

Tante regioni hanno deliberato la ripartenza delle attività sportive individuali; parliamo di Abruzzo, Friuli, Liguria, Lombardia, Marche , Puglia e anche l’Emilia Romagna, dove si può tornare a girare in moto negli impianti; a patto che si rispettino le indicazioni della FMI.

A differenza delle altre zone, in Emilia più che di una concessione, si è trattato di una vera e propria conquista del comitato regionale, capitanato dal presidente Luigi Battoglia, capace di ottenere un “permesso su misura”, che certificasse l’effettiva legittimità della pratica del motocross. Nella stesura originale dell’ordinanza (emessa il 6 maggio), infatti, non erano specificati gli sport praticabili, a differenza delle altre regioni in cui si faceva menzione (tra gli altri) del motociclismo. Ci si è trovati, così, nella difficile situazione di contrasto tra l’entusiasmo, la voglia e l’assoluta necessità (anche economica) di ripartire e la certezza di poterlo fare nel rispetto delle regole, in questo caso non del tutto chiare. Una situazione che ha portato il Co.Re alla difficile decisione di non far ripartire l’attività fino a che l’ordinanza non avesse specificato la legittimità del motociclismo. Cosa avvenuta nella giornata di ieri (martedì 12 maggio), a seguito di insistenti richieste di Luigi Battoglia, presidente del Comitato Regionale Emilia Romagna FMI, che ci racconta tutta la vicenda: continua la lettura cliccando qui